martedì 20 aprile 2010

UN GIORNO IN PRESIDIO

Mi trovo davanti una porta scorrevole che si apre al mio cospetto.
Metto piede in un luogo silenzioso,una grande struttura che ha l'odore di nuovo e che pare abbandonata a se stessa. Le uniche luci sono quelle dei distributori automatici e non vi sono persone. Sono circondata da macchine utensili e immagino di vedere operai a lavoro, li sento perfino ridere. Ma tornando alla realtà non è cosi, quel luogo tanto amato come posto di lavoro adesso è taciturno. Cammino e mi rendo conto che tutto è stato lasciato com'era, l'odore di olio idraulico mi accompagna e smarrita decido di uscire. Fa freddo ma sono tutti lì fuori gli operai della Samp. Il fuoco è acceso come da un mese a questa parte e dentro il gazebo ci si organizza per la nottata. Ormai quel luogo è come una casa, raccoglie come in un vademecum pensieri e riflessioni, ma l'unione delle persone che ho davanti è stupenda. Mi chiedo... dove trovano la forza per rimanere lì ore ed ore? Nuovi odori mi colpiscono come quello del caffè e quello del cherosene per le stufe. Ci sono pensionati, veterani e giovani operai....tutti insieme,senza distinzioni. Sono convinta che la maggior parte di loro crede a quello che fa e spera di avere un futuro migliore.
Voglio credere che la ragione non sia sempre dalla parte del più forte, come dice Vecchioni,e che sia giusto sempre manifestare il proprio dissenso e il diritto ad avere un futuro non precario.
Non scrivo questi pensieri perchè sono figlia di operaio ma perchè sinceramente ho paura di diventare grande!
Spero che l'ultima parola di questa storia sia scritta dalle persone che ho incontrato e che queste parole possano far riflettere coloro che leggeranno.

2 commenti:

Gianni T. ha detto...

Porca miseria Francè. Porca miseria!!!

Giulia ha detto...

Tutto quello che scrivi è così vero... Così assurdamente vero... E sento anche di riconoscermi in quello che scrivi... Continua così Francy!!

Lettori fissi