venerdì 9 luglio 2010

VERGOGNA



Provo vergogna verso chi è rimasto a guardare.
Provo vergogna verso chi dice che non è vero.
Non è possibile vivere in un Paese dove chi parla è costretto al bavaglio, chi lavora è costretto al sacrificio e chi manifesta è costretto alle manganellate.
Persone che hanno perso la casa, la loro città e i loro diritti.
Non vi fidate dell'informazione ormai suddita, andate nel capoluogo e guardate con i vostri occhi. Fate parlare il vostro stomaco.
Mi meraviglio di chi guarda solo a se stesso, mentre all'Aquila ci sono ancora persone senza casa.
Parlano di città universitaria? Chi è rimasto all'Aquila a studiare la sente ancora sua, nonostante le mille difficoltà, sia da studente fuori sede, sia da pendolare.
Gli aquilani continueranno a GRIDARE, nonostante tutto e nonostante il tempo non si fermi. Il centro storico continua ad essere silenzioso, ma vive in quella voce....la voce dei suoi cittadini!


POST MANIFESTAZIONE ROMA 7 LUGLIO 2010
martedì 6 luglio 2010

SCRIVONO DI ME...."Il cittadino"articolo di Tommaso D'Anchini

"L'approccio con Francesca Marchese, giovane studentessa ortonese di 25 anni, inizia molto timidamente in un pomeriggio estivo, tra le strade della nostra città. Ragazza introversa ma al contempo molto profonda, ha attirato la nostra attenzione grazie al suo blog "ARIA DI PAROLE".

Tornando al blog, si leggono diversi post tutti interessanti: da quelli dal contenuto autobiografico, ai diari dei giorni trascorsi al picchetto della Samputensili, dalla partecipazione alla manifestazione "No Petrolio"di Lanciano, al ritorno della studentessa Francesca Marchese a l'Aquila dopo il terremoto. Francesca ha sempre scritto: questa è la sua passione e gli amici, quelli che la conoscono bene, l'hanno esortata a condividerla con altri. Da qui l'idea del blog per aprirsi all'infinita moltiplicazione dei propri pensieri, sentimenti ed emozioni nell'immensità di "un'aria di parole".
On line dal mese di aprile, il blog "ARIA DI PAROLE" ha incuriostito molti internauti per l'ntensità dei temi trattati e la semplicità con cui vengono scritti.

Non c'è un obiettivo specifico che Francesca si aspetta dal blog, il miglior risultato -dice- è che chi legge possa ritrovarsi in ciò che scrivo. Un desiderio però Francesca lo coltiva: vorrebbe che chi, come lei, vive la città, iniziasse a raccontare le proprie esperienze attraverso la scrittura.

Di seguito stralci di alcuni post che è possibile leggere su "ARIA DI PAROLE":

SI PUò CHIAMARE MESTIERE SCRIVERE SENZA FRENO SU UN FOGLIO? LE PAROLE VIAGGIANO NELLA MIA MENTE, MOLTO SPESSO IN CONFUSIONE. MI SIEDO, LE RIORDINO E SCRIVO.SCRIVO, SCRIVO,SCRIVO....LA PENNA è ORMAI LA MIA MIGLIORE AMICA. LEI NON CHIEDE MAI IL PERCHE' DELLE COSE E ASSECONDA I MIEI PENSIERI.

CREDO DI VIVERE IN UN MONDO INCONCEPIBILE DA ALTRI. MI FERMO A GUARDARE SPESSO LA LUNA CONVINTA CHE ABBIA OCCHI, NASO E UN SORRISO CONFORTANTE".
sabato 12 giugno 2010

Sapete quando avete voglia di rimanere soli?

Sapete quando volete rimanere soli?


Scegliete le canzoni che possono farvi compagnia, quella compagnia che non vi disturba e non vi turba.
Vi accendete una sigaretta e guardate fisso il soffitto della camera e cominciate a chiedervi cose assurde tipo...
“Cosa dovrei fare in questo momento invece di essere qui?”
“Cosa mangio stasera?”
“Chissà quante persone nello stesso momento sono sul letto a perdersi nei propri pensieri?”
Può sembrare incomprensibile ma penso che almeno una volta a tutti è capitato di voler rimanere soli con se stessi e iniziare una conversazione con la propria mente, come se fosse un'amica d'infanzia appena ritrovata. Il tutto accompagnato da un caffè.
L'estate è iniziata, la spiaggia, la pelle chiara al sole e l'odore insostituibile del mare.
Ma adesso nemmeno questo vi spinge ad uscire.
Sopra e sotto lungo il corridoio cercando ispirazione per aprire quel maledetto libro per l'imminente esame, ma come sempre si rimanda sempre all'ultima settimana quando le cose ci sembrano più difficili e forse è proprio quello che ci spinge a studiare.
Lasciate passare questo momento, scorrere i secondi, poi i minuti....le ore.
Buon viaggio..
mercoledì 9 giugno 2010

PENSIERI DI UNA CARA AMICA

così ti scrivo i miei pensieri…
Ripenso spesso alle giornate trascorse insieme, alle ore costrette in classe, alle caraffe di caffè x affrontare una nottata di studio ininterrotto … A quella folle voglia di arrivare al giorno dell’esame x poter dire BASTA!!!
Ci ripenso oggi, a 5 anni da quel fatidico giorno… e solo oggi capisco quanto è forte il desiderio di rivivere quei momenti con quella stessa adrenalina che non tornerà più, dove la preoccupazione più grande era la stupida interrogazione o il compito in classe dove si cercava disperatamente il suggerimento della salvezza…
Avresti mai creduto che ci sarebbero mancati Fra? Io no… eppure è così e non mi vergogno di ammetterlo, anzi ne vado fiera…
La verità è che risulta davvero complicato trovare tra i banchi di scuola una persona che ti sappia ascoltare, che ti sappia comprendere se x qualche stupido motivo dai risposte forzate e svogliate, creando poi un silenzio assordante… La verità è che siamo state fortunate a condividere quelle ore… Guardaci… Siamo cresciute Fra, e nonostante tutto siamo delle donne che continuano a confidarsi il pensiero più nascosto e a parlare di quei mille progetti che ci trapanano il cervello e per i quali sembra mancare il tempo necessario per realizzarli… Possiamo ancora raccontarci le paranoie che ci creiamo e che a volte ci rovinano la giornata…
Ma guarda che bello, riusciamo ancora a metterle in luce con la stessa spensieratezza, come se fossimo ancora dietro quei banchi…
Ora ti scrivo, perché è l’unica cosa che posso fare…
Credo che il nostro legame non sia la comune “amicizia”, che molto spesso non si rivela tale, ma una complicità davvero unica, quasi fraterna, che riesce a sopravvivere alla distanza e agli anni che corrono via, negandoci la possibilità di poterne rallentare il corso… E’ la vita e non dobbiamo lamentarci… In fondo i nostri anni migliori li abbiamo vissuti nel bene e nel male, sapendo di avere una spalla su cui poter piangere e una seconda sorella a cui potersi raccontare…. Grazie Fra!!!


GRAZIE A TE ELISA...
venerdì 28 maggio 2010

SOTTO UNA PICCOLA STELLA - SZYMBORSKA

Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d'acqua.
E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
Chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
Verità, non prestarmi troppa attenzione.
Serietà, sii magnanima con me.
Sopporta, mistero dell'esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna.
So che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d'ostacolo.
Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.

Wislawa Szymborska
mercoledì 19 maggio 2010

COSA MI MANCA?

Mi manca la mia vita quotidiana.
Mi manca quella casa. Entri e le creazioni di Adriana sono lì, appese al muro.
La mia stanza, a sinistra i due letti e a destra le scrivanie con i computer sempre accesi.
La teca con le rane : Tomacco. Mimmo e Bea.
I miei libri migliori e la grande finestra sul parcheggio.
Mi mancano i miei compagni di vita. Nicolò che si sveglia all'una, Alessandra che già alle 7 è in cucina per studiare e Francesca attaccata al computer in corridoio.
Mi mancano anche le “vecchie”, Fede con i suoi piatti gustosi e Kika con tutte le sue malattie.
Mi manca giocare a “freccette” e fare tanti piccoli buchi sul muro.
Mi manca quel giardino, dove studiavo nel pomeriggio (di questi tempi).
Mi mancano i compleanni e le varie cene a tema (serata arrosticini, serata pesce).
Mi manca la pizza il martedì e il dopo pranzo “banale” scandito da varie trasmissioni poco intelligenti.
Mi manca ridere di gusto e il nervoso pre esame che sfogavo volentieri sui miei coinquilini.
Mi manca “offendere” i miei vicini di casa perchè mentre studiavo li sentivo parlavo e non riuscivo a concentrarmi.
Mi manca l'appuntamento a Trony per partire e tragitto l'Aquila – Roseto per andare a fare allenamento.
Mi manca fare la spesa all'Aquilone e le mie figure pessime davanti alle cassiere.
Mi manca “togliere la vita” ai miei coinquilini per pulire casa e lavare sempre le tazze di tutti la mattina.
Mi manca andare a lezione e bere il cappuccino alle 18.
Mi manca.
sabato 15 maggio 2010

RIPERCORRERE



Ripercorrere quelle strade.
Il Bar dello Stadio mi indica l'ora, come sempre.
Cammino spinta da una strana inerzia e vedo la Fontana Luminosa che ora si mostra più bella del solito. Poche voci, tanti cani.
Devio il mio cammino verso Ju Boss perchè la prima parte del corso è bloccata.
Faccio tutto con religioso silenzio e cerco di rimembrare voci e suoni lontani. Il fiato comincia a spezzarsi a San Berardino. Alla mia destra la scuola De Amicis, immagino bambini seduti sui banchi di scuola ma.....è pura immaginazione.
Alla mia sinistra la scalinata apre un orizzonte disarmante. Case spoglie, spente e taciturne.
Proseguo...con rispetto intimo.
Arrivo ai “4 cantoni” e la mente vola, vola...tocco simbolicamente il portone di palazzo Carli e vorrei sedermi sui banchi universitari e vedere sorridere le mie compagne di vita a causa delle mie stupide battute.
Odore di polvere...Corso Vittorio Emanuele.
Benetton, Brigitte bijoux, la gelateria..
Piazza Duomo.
Mi siedo sulla fontana, rumori rilassanti. Strano vero?!Mi sento rapita.
Davanti a me il tendone per le assemblee cittadine che riporta “RIPRENDIAMOCI LA CITTA'”.
Il vento mi scompiglia i capelli, sono tranquilla.
Margherita mi fa notare la bellezza della Chiesa delle Anime Sante, spogliata della sua cupola. Ha ragione!
Le persone che vedo hanno occhi espressivi e sguardo mesto.
Guardo il cielo...occhi lucidi,cuore spento.
Via XX settembre...cado. Muscoli tesi, mente altrove. Tutto è rimasto lì. Riesco a vedere quadri, sedie, tavoli...rubo l'intimità delle famiglie aquilane.
Quella maledetta via, Campo di Fossa, è chiusa.
La Casa dello Studente mi fa sembrare piccola..minuscola. Rimango colpita da oggetti:
lo stendino ancora sul balcone, i poster attaccati sull'armadio della camera al terzo piano, le porte verdi (per le emergenze) spalancate.
Ho un nodo alla gola e gli occhi si sciolgono.
Ecco cosa significa sentirsi inutili, impotenti e tristemente muti.
Non capita spesso di trovare città dove non ti chiedono “da dove vieni”? L'AQUILA TI ACCOGLIE E BASTA!

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