martedì 20 aprile 2010

CHI SONO....avventure

Sono nata il 1 maggio 1985. Due date significative direi: 1 maggio festa del lavoro, nasce nel 1889 a Parigi dove si comincia a pensare ad una grande manifestazione per i diritti dei lavoratori. A sua volta il 1985 è l'anno di Gorbaciov e Reagan e in Italia Cossiga viene eletto Presidente della Repubblica.
Sin da piccola avevo una certa passione per le discussioni, basti pensare che passavo il mio tempo a parlare con un amico immaginario di nome Nano2. Scontrosa e testarda volevo sempre avere ragione io e cercavo di essere il più possibile al centro dell'attenzione. Della mia infanzia ricordo le malattie infettive, il carnevale a casa con la febbre e i giorni indimenticabili dell'asilo. Gli anni delle elementari poi sono stati terribili forse perché non riuscivo ad adattarmi al fatto di essere seduta per tutte quelle ore. Canticchiavo tra me e me continuamente, come in senso di protesta. Le scuole medie sono passate indifferenti nella mia vita, forse perché la tanto amata svolta arrivò con le scuole superiori. Decisi di iscrivermi all'istituto tecnico commerciale per non seguire la massa di ragazze che si vantavano di fare il liceo (senza offesa) e proprio a scuola ho trovato quelle guide che mi hanno spinto verso la letteratura e la storia. Una voce fuori dal coro, mentre gli altri perdevano la testa nelle materie tecniche io leggevo Svevo e Pirandello e mi impegnavo nelle attività cosiddette ricreative. Il mio sogno, poi realizzato in parte, era quello di creare un giornale scolastico. Ho sempre avuto questa vena altruista ed ho sempre cercato di far capire le mie passioni a chi mi circondava. Sono stata però altrettanto dura nei miei confronti, tutto doveva essere fatto con precisione e quando non riuscivo facevo fatica a riprendermi. La scelta dell'università è stata dura, soprattutto perché mi mancavano quei punti di riferimento che nella scuola avevo avuto: i professori. Mi trasferisco per il primo anno nella capitale ma la paura di essere sola in una città così grande mi abbatteva. Mi sentivo minuscola. Uscivo e venivo risucchiata dall'enorme fiume di gente che scappava avanti e indietro in cerca di una metro. Non avevo il tempo nemmeno di guardare i volti della gente che mi circondava e questo per me era disarmante. Decido cosi di tornare nella mia regione e riprendere gli studi all'Aquila. Mi sentivo rinata. Ho conosciuto tante persone e soprattutto ho capito quanto fosse bella quella città. Dopo il maledetto terremoto del 6 aprile torno a casa dai miei genitori. Sono cambiata, si! Le piccole cose, i piccoli gesti diventano per me fondamentali. Il caffè la mattina con mamma, il pranzo della domenica, l'odore di pesce fresco comprato con cura da papà e i sorrisi dei miei nipoti.
Con la mia famiglia mi sento forte.

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