giovedì 29 aprile 2010

C'E' CHI PARLA PER ME


Occhiali rossi e abiti neri.Sorriso amaro,severo,ma vero.
Francesca ha tanti sogni per la testa che gestire non sa,e quando ci prova si sente indifesa,insicura,isolata.
I suoi sogni sono nascosti e celati,in quel cassettino che nessuno conosce e che nessuno può vedere:è invisibile.
Si guarda allo specchio e vede Amelie.Stesso taglio di capelli,stesso sguardo un po' perso ma furbo,stesso amore per le piccole cose.
Francesca è sincera,altruista e buona.Francesca fa ridere a crepapelle,fa incazzare moltissimo,fa polemica per questo e quell'altro.
E' amica fedele,è amica solidale,è amica critica,è amica che vive la vita.
Ha paura dei dolci e della pasta,vorrebbe solo verdure nel mondo:e nei suoi sogni è così.
Francesca ha il suo mondo,si sa.Ma quando ci entri...è uno spasso.
Fortunata me che posso godermelo.

NTI'
domenica 25 aprile 2010

25 aprile festa di liberazione

Ogni movimento rivoluzionario è romantico per definizione. Gramsci
venerdì 23 aprile 2010

ELEMENTA - MEG



sono fatta di terra e di pietre di erba di alberi e corsi d'acqua
sono fatta di fango di cielo di nuvole e vento
sono fatta di zolle e radici di sabbia di paglia e di fichi d'india
sono fatta di aghi di pino di asfalto e di pece

sono fatta di buio e luce

sola me ne sto
ancora per un po'
prima di svelarti tutto
sola me ne sto
ancora per un po'
prima di affrontare
questo lungo viaggio

sono fatta di strani disegni che fanno al tramonto le rondini
sono fatta di vicoli scuri di plastica e carta
sono fatta di aspre montagne di campi arati e salsedine
sono fatta di spine di agavi puzza di bruciato e di iodio

sono fatta d'amore e odio

sola me ne sto
ancora per un po'
prima di svelarti tutto
sola me ne sto
ancora per un po'
prima di affrontare
questo lungo viaggio

sono fatta di antichi silenzi che a sera diventano canti
sono fatta di luce di candele di pane di burro e di miele
sono fatta di suoni di passi di voci che si fanno pianti
sono fatta di corse d'estate di risa e ginocchia sbucciate

sola me ne sto
ancora per un po'
prima di svelarti tutto
sola me ne sto
ancora per un po'
prima di affrontare
questo lungo viaggio
giovedì 22 aprile 2010

UN PASSO INDIETRO

Ho un nodo alla gola prima di entrare. Eccola qui..la mia scuola. Spinta dalla nostalgia vado a rivivere quei momenti e quei luoghi.
Ricordo..l'entrata alle 8.20 e i dieci minuti al freddo solo per scambiare due chiacchiere.
Ricordo.... i volti ,segnati dal sonno alcuni e altri preoccupati per l'imminente interrogazione di diritto. Si saliva in classe sempre con molta calma, ovviamente dopo aver salutato la bidella del piano. Ogni scusa era buona per una risata e ogni minuto c'era qualcuno che chiedeva “professorè posso uscire?”.
Il periodo dell'occupazione e delle riunioni d'istituto.
I miei compagni di classe, le gite e i tanti sorrisi.
L'”omino Sogeda” che mi offriva il caffè e il sapore di questo che rimaneva in bocca fino all'uscita.
Ricordo i miei professori, chi con molta ammirazione e chi invece con indifferenza. Alcuni hanno segnato la mia crescita e hanno cercato di smussare il mio carattere, forse troppo complicato.
Ricordo la preparazione al compito in classe dove ci si ingegnava per copiare al meglio.
Ricordo i richiami “Vai dal preside!”, come se dal preside ci si andava per prendere un caffè.
Ricordo ancora l'odore del piccolo foglio giallo dell'entrata in ritardo (9.10), quell'odore di foglio appena stampato, provate a sentirlo?!


Adesso mi sento quasi derubata di quei giorni. Rientro in una classe dopo anni e ascolto l'interrogazione della professoressa, come se il mio sogno di diventarlo si avveri.
E adesso soprattutto mi rendo conto che una volta usciti da quel posto..iniziano i guai. Si diventa grandi ragazzi!
mercoledì 21 aprile 2010

Cosa VOLEVO fare da grande...


Il mio sogno nel cassetto? Fare la prof. di storia e italiano. Già mi vedevo con il mio occhiale rosso dentro l'aula. I miei alunni sarebbe stati l'ispirazione del mio insegnamento. Avrei sicuramente avuto un rapporto profondo. I loro volti mi avrebbero fatto tornare indietro nella mia adolescenza e con loro avrei discusso di qualsiasi argomento. Sognavo...si...sognavo! Sognavo di leggere quotidiani in classe, sognavo di salire sui banchi durante la lezione e di spiegare la seconda guerra mondiale chissà all'aria aperta, tipo "pasquetta". Avrei insegnato a vivere e i miei alunni lo avrebbero fatto con me.
Come dice una delle mie canzoni preferite "se non provi a spostare l'orizzonte un pò più in là, i sogni non coincideranno mai con la realtà". Bè io quell'orizzonte lo devo abbattere. Ci devo credere nonostante stanno facendo di tutto per distruggere la culla dell'istruzione: la scuola. Adesso si parla addirittura di formare graduatorie che dividono i professori in base alla provenienza.Ma sai che vi dico? Io farò di tutto per rimanere nella mia bellissima regione..l'Abruzzo!

"La cultura [...] è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri."Gramsci
"In tal modo contribuendo
all'arricchimento dell'immaginazione
e al possibile sviluppo
della modestia, qualità
rarissima ed eccellente"


EDWIN A.ABBOTT- FLATLANDIA- Racconto fantastico a più dimensioni
martedì 20 aprile 2010

IL MIO MESTIERE...


Si può chiamare mestiere scrivere, senza freno, su un foglio? Le parole viaggiano nella mia mente, molto spesso in confusione.Mi siedo, le riordino e scrivo.
Scrivo, scrivo, scrivo...
La penna è ormai la mia migliore amica.Lei non chiede mai il perchè delle cose e asseconda i miei pensieri. Scrivo per me ma vedo che qualcuno si riconosce nelle mie parole. Mi emoziono.Sorrido...poi gli occhi diventano lucidi.Sono felice!
Non lo faccio per un fine, lo faccio per liberare la mia fantasia. La mia stanza diventa colorata...rosso,viola,azzurro,verde...e così via.I cappelli, collezione strampalata di mia sorella, prendono vita e iniziano a danzare. Li vedete??Girano su se stessi come in un valzer. Anche la libreria si anima...sembra una governante pronta a bacchettarmi ma poi, anche lei, comincia a danzare.
I miei libri preferiti sono tutti lì: Affinità elettive-Goethe, La coscienza di Zeno, Madame Bovary, Una donna e le poesie di Hikmet.Mi fanno compagnia.
La maschera africana poi mi guarda con aria sospetta, mi fa paura!
Lo sguardo poi cade sulla locandina del film "Il favoloso mondo di Amelie", il mio preferito. Non sarà mica mia sorella?ahahaahahahahha

SOGNO O REALTA'..

A volte ci si accorge che le convinzioni e gli ideali diventano futili. Si crede nella forza dell'unione ma purtroppo ci si ritrova sempre soli. Non è facile portare avanti idee di libertà, di manifestazione e di pensiero nel mondo di oggi. Ma diciamola tutta...non siamo forse noi i primi a non crederci? A non credere più nel cambiamento e a vedere scorrere la nostra vita senza averla scritta. Tante voci e tanti volti oggi ma tutto cade, come un mattone, sulla nostra testa. Altri decidono per noi, per il nostro futuro e penso che questo accada a causa della legge del più forte. Non voglio crederci, mi impongo coraggio per guardare avanti.
Voglio sognare per il mio futuro! Voglio immaginare un lavoro sicuro, voglio scrivere io la mia storia e a questo punto penso di farlo da sola. Credendo allora che la vita prima o poi ci restituisca il dovuto... guardo avanti, accompagnata da quelle poche persone che la pensano come me. Voglio ragionare con la mia testa, dare libero sfogo alle mie scelte e guardare in faccia quello che verrà con la convinzione di essere forte grazie alla mia volontà.
Diffido dalle illusioni e vado avanti a testa alta....almeno ci provo!

CHI SONO....avventure

Sono nata il 1 maggio 1985. Due date significative direi: 1 maggio festa del lavoro, nasce nel 1889 a Parigi dove si comincia a pensare ad una grande manifestazione per i diritti dei lavoratori. A sua volta il 1985 è l'anno di Gorbaciov e Reagan e in Italia Cossiga viene eletto Presidente della Repubblica.
Sin da piccola avevo una certa passione per le discussioni, basti pensare che passavo il mio tempo a parlare con un amico immaginario di nome Nano2. Scontrosa e testarda volevo sempre avere ragione io e cercavo di essere il più possibile al centro dell'attenzione. Della mia infanzia ricordo le malattie infettive, il carnevale a casa con la febbre e i giorni indimenticabili dell'asilo. Gli anni delle elementari poi sono stati terribili forse perché non riuscivo ad adattarmi al fatto di essere seduta per tutte quelle ore. Canticchiavo tra me e me continuamente, come in senso di protesta. Le scuole medie sono passate indifferenti nella mia vita, forse perché la tanto amata svolta arrivò con le scuole superiori. Decisi di iscrivermi all'istituto tecnico commerciale per non seguire la massa di ragazze che si vantavano di fare il liceo (senza offesa) e proprio a scuola ho trovato quelle guide che mi hanno spinto verso la letteratura e la storia. Una voce fuori dal coro, mentre gli altri perdevano la testa nelle materie tecniche io leggevo Svevo e Pirandello e mi impegnavo nelle attività cosiddette ricreative. Il mio sogno, poi realizzato in parte, era quello di creare un giornale scolastico. Ho sempre avuto questa vena altruista ed ho sempre cercato di far capire le mie passioni a chi mi circondava. Sono stata però altrettanto dura nei miei confronti, tutto doveva essere fatto con precisione e quando non riuscivo facevo fatica a riprendermi. La scelta dell'università è stata dura, soprattutto perché mi mancavano quei punti di riferimento che nella scuola avevo avuto: i professori. Mi trasferisco per il primo anno nella capitale ma la paura di essere sola in una città così grande mi abbatteva. Mi sentivo minuscola. Uscivo e venivo risucchiata dall'enorme fiume di gente che scappava avanti e indietro in cerca di una metro. Non avevo il tempo nemmeno di guardare i volti della gente che mi circondava e questo per me era disarmante. Decido cosi di tornare nella mia regione e riprendere gli studi all'Aquila. Mi sentivo rinata. Ho conosciuto tante persone e soprattutto ho capito quanto fosse bella quella città. Dopo il maledetto terremoto del 6 aprile torno a casa dai miei genitori. Sono cambiata, si! Le piccole cose, i piccoli gesti diventano per me fondamentali. Il caffè la mattina con mamma, il pranzo della domenica, l'odore di pesce fresco comprato con cura da papà e i sorrisi dei miei nipoti.
Con la mia famiglia mi sento forte.

A MIA MADRE

“La mamma ed io avevamo i nostri miti, i nostri linguaggi segreti, i nostri scherzi rituali…. In pubblico avevamo le nostre intese: bastava un’occhiata!” Jean Paul Sartre.


La guardo in silenzio e mi accorgo di quanto sia forte. Minuta, capelli biondi e un sorriso protettivo. Una donna con forti valori e con alle spalle anni e anni di campagne elettorali. Mi ha insegnato tanto e lo fa tutt'ora. Il momento del pranzo è il nostro preferito: parliamo, discutiamo, ci rendiamo conto di essere l'una lo specchio dell'altra. A lei confido tutto come se fosse la mia migliore amica. Non ho paura di lei anzi la guardo sempre con ammirazione. Le sue passioni sono diventate nel tempo le mie: la lettura, il burraco e la politica. Quest'ultima ci vede molto, anzi troppo, vicine. Non ha mai additato per i miei errori ma si è seduta al mio fianco convinta di farmi ragionare. E' forse l'unica ad entrare nella mia mente senza chiedere permesso, ed è l'unica che trova sempre parole di conforto.
E' una persona estroversa e combattiva. Raramente l'ho sentita lamentarsi e questo è forse il suo più grande pregio. E' abituata a trovare soluzioni alternative.
Vedi mamma sempre con la sigaretta accesa, non può vivere senza le sue Club.
Dico sempre di avere una mamma alternativa, si sente a suo agio in qualsiasi occasione e soprattutto con i più giovani. Mi piace quando mi critica e mi sento realizzata quando apprezza quello che faccio e che penso.
Sin da piccola le ho dato guai. Ricordo quando tentava di farmi stare seduta a fare i compiti minacciandomi con il cucchiaio da cucina, quello di legno, che sulle mani può far male.
La mattina mi sveglia con il profumo di caffè e da lì iniziano le nostre lunghe chiacchierate e confessioni. Penso di assomigliarle molto caratterialmente. Mamma non sopporta le persone bugiarde, la tv accesa durante il pranzo domenicale, andare a letto presto.
Oltre ad essere una mamma unica è anche una donna speciale.

IO C'ERO...E TU?



Si respirava un'aria diversa oggi a San Vito. Tanti volti, colori e odori differenti. Arrivata vengo rapita dal profumo del pesce proveniente dal ristorante vicino al parcheggio. Vedo cavalli che occupano la strada e questo già mi mette di buon umore.
Entro nel largo piazzale della vecchia stazione e mi rendo conto di quanta gente c'è. Ebbene si, c'è qualcuno che tiene ancora alla sua terra e che cerca di difenderla. Durante la passeggiata, lungo l'ex tracciato ferroviario, mi guardo intorno e mi rendo conto di quanto sia bello il mare e quanto siamo fortunati. Non è un'affermazione banale ma immaginare di vivere senza è una sensazione spiacevole. I trabocchi mi fanno venire in mente D'Annunzio quando li descriveva cosi "....la grande macchina pescatoria composta da tronchi scortecciati, di assi e gomene, che biancheggiava singolarmente, simile allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano” e rimaneva incantato. Ho visto molti bambini con i loro genitori, anziani e giovani tutti insieme.
La rabbia prende cosi piede nella mia mente. Perché distruggere tutto questo per interessi squallidi? A chi piacerebbe vivere con la paura di danneggiare la propria salute, la propria terra e il proprio mare?
Mi sono sentita fiera di essere abruzzese e ho capito quanto sono belle le miei origini.


Francesca Marchese

MANIFESTAZIONE NO ALL'ABRUZZO PETROLIFERO.SAN VITO 18 APRILE 2010.

UN MONDO DIFFICILE

Mi fermo spesso a pensare dove e come vivo!
La grande donna, la società, forse non ha ancora un posto per me. Ascolto il telegiornale e penso a quanto sia difficile vivere in maniera dignitosa ora. La “grande crisi” di cui tutti parlano ha colpito anche me e la mia famiglia.
Sono stati mesi difficili, in cui non si crede a nulla. Ma quei mesi mi hanno dato l'opportunità di conoscere il mondo del babbo da vicino, il suo posto di lavoro e i suoi colleghi. Non mi sono mai sentita cosi tanto vicina a lui.
Ho ancora oggi stampati in mente i volti di chi ho incontrato, e penso di doverli ringraziare se adesso mi rendo conto di quanto sia importante avere passione nel lavoro.
Nonostante la situazione difficile queste persone hanno avuto sempre un sorriso per me e tanti complimenti. Mi sono sentita parte di quella “resistenza”, parte di quel gruppo di lavoratori che ha presidiato la fabbrica giorno e notte.
Ho scritto per loro, sorriso con loro e aspettato notizie con loro. Cosa contro combattevano?
Contro un gigante che può mangiarti in qualsiasi momento. Mangia tutto, gli ideali, la forza fisica e soprattutto mentale. Quel gigante è IL POTERE.
Ci si sente impotenti....a volte soli! Ma quelle persone che ci hanno creduto e ci credono ancora. Sono legati al loro lavoro, con questo hanno un legame intimo, segreto.
Ammiro quei volti e spero di avere un giorno lo stesso rapporto con il mio di lavoro e cominciare a capire quanto sia importante e difficile crearmi un futuro.
I loro occhi mi parlavano..

“Per farsi capire dalle persone bisogna prima di tutto parlare ai loro occhi”

UN GIORNO IN PRESIDIO

Mi trovo davanti una porta scorrevole che si apre al mio cospetto.
Metto piede in un luogo silenzioso,una grande struttura che ha l'odore di nuovo e che pare abbandonata a se stessa. Le uniche luci sono quelle dei distributori automatici e non vi sono persone. Sono circondata da macchine utensili e immagino di vedere operai a lavoro, li sento perfino ridere. Ma tornando alla realtà non è cosi, quel luogo tanto amato come posto di lavoro adesso è taciturno. Cammino e mi rendo conto che tutto è stato lasciato com'era, l'odore di olio idraulico mi accompagna e smarrita decido di uscire. Fa freddo ma sono tutti lì fuori gli operai della Samp. Il fuoco è acceso come da un mese a questa parte e dentro il gazebo ci si organizza per la nottata. Ormai quel luogo è come una casa, raccoglie come in un vademecum pensieri e riflessioni, ma l'unione delle persone che ho davanti è stupenda. Mi chiedo... dove trovano la forza per rimanere lì ore ed ore? Nuovi odori mi colpiscono come quello del caffè e quello del cherosene per le stufe. Ci sono pensionati, veterani e giovani operai....tutti insieme,senza distinzioni. Sono convinta che la maggior parte di loro crede a quello che fa e spera di avere un futuro migliore.
Voglio credere che la ragione non sia sempre dalla parte del più forte, come dice Vecchioni,e che sia giusto sempre manifestare il proprio dissenso e il diritto ad avere un futuro non precario.
Non scrivo questi pensieri perchè sono figlia di operaio ma perchè sinceramente ho paura di diventare grande!
Spero che l'ultima parola di questa storia sia scritta dalle persone che ho incontrato e che queste parole possano far riflettere coloro che leggeranno.

SENZA PAROLE

Sorrido nel vedere finti politici alla tv che cercano una spiegazione dopo queste ultime elezioni. E' forse ora che la politica torni ad essere dei cittadini e non solo di alcuni? Si dovrebbe sentire il bisogno di dire la propria ma adesso non è così. Vorrei capire cosa spinge molti a non votare in quanto il voto è un nostro dovere e soprattutto un nostro DIRITTO. Mi arrabbio quando mi dicono che sono stupida e “anziana” solo perché mi interesso alla politica, ma non tutti sanno che politica vuol dire anche tutto ciò che riguarda la vita pubblica (parlare, intendersi di politica). Ho scoperto di non essere la sola a credere ancora di poter cambiare(o almeno provarci) qualcosa per il mio avvenire. La libertà è partecipazione diceva Gaber ed è proprio questo il momento per scambiare idee, parlare, confrontarsi e soprattutto cercare di essere informati.

MI RACCOMANDI

Mi raccomandi di non pensare. Mi raccomandi di votare e ovviamente a tuo favore. Mi raccomandi un lavoro precario e un salario irrisorio. Mi raccomandi di avere una casa perché su questa possa pagare tasse senza ritegno.
Mi raccomandi una buona educazione e soprattutto una buona istruzione...peccato che quest'ultima ormai è riservata a pochi. Dovresti raccomandare la lettura e il sapere, ma il diritto all'informazione è anomalo. Mi raccomandi di non astenermi ma allo stesso tempo non concepisci la democrazia.
Mi raccomandi cosa guardare in tv perché ormai è controllata a vista anche quella. Mi raccomandi di avere un bell'aspetto e di non contare sulla mia intelligenza. Mi raccomandi di scendere in piazza previo pagamento. Mi raccomandi di ringraziare qualcuno che sta decimando il lavoro dei miei cari.
Ma allora sai che ti dico..?Non mi RACCOMANDARE...risparmia le energie.

ME E ME STESSA

Dura, sono sempre stata cattiva con me stessa. Non ho mai capito cosa andava fatto e in quale momento stare zitta. Ebbene si...faccio i conti ora con il mio più gran difetto. Devo dire sempre la mia e in molti casi rimango sola. Ho trovato poche persone nella mia vita che sono riuscite a capirmi e di conseguenza a sopportarmi. Le amicizie vere riescono a cambiarti a volte e nel mio caso in meglio. Ognuna a suo modo è parte di me. Mi basta poco per capire cosa pensano, uno sguardo, solo quello. Credo di vivere in un mondo inconcepibile da molti. Mi fermo a guardare spesso la luna convinta che abbia occhi, naso e un sorriso confortante. Mi piace sentire le mille voci del mercato il giovedì e l'odore dei fiori a Porta Caldari.
piace l'odore del quotidiano mentre leggo e quello dei libri nuovi. Amo toccare le bottiglie esposte al supermercato e rubare un pistacchio al reparto ortofrutta, vantandomi poi di essere stata brava e soprattutto amo ballare nei lunghi corridoi facendo sempre pessime figure. Mi commuovo facilmente e spesso con le pubblicità Barilla. Mi imbarazzo davanti ai complimenti e forse per questo ne regalo pochi. Commento il tg come se qualcuno potesse rispondere. Fumo molte sigarette al giorno e ogni volta immagino di parlare con il Brucaliffo che si rivolge a me così: “Cosa esser tu? “.Passo almeno cinque minuti al giorno a fissare il tulipano rosso sul balcone e a cercare di indovinare il colore degli altri ancora chiusi.Ho il pessimo vezzo di fissare le persone e di disegnarle nella mia mente la sera quando vado a letto.Sono un tipo bislacco a detta degli altri..

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