venerdì 28 maggio 2010

SOTTO UNA PICCOLA STELLA - SZYMBORSKA

Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d'acqua.
E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
Chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
Verità, non prestarmi troppa attenzione.
Serietà, sii magnanima con me.
Sopporta, mistero dell'esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna.
So che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d'ostacolo.
Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.

Wislawa Szymborska
mercoledì 19 maggio 2010

COSA MI MANCA?

Mi manca la mia vita quotidiana.
Mi manca quella casa. Entri e le creazioni di Adriana sono lì, appese al muro.
La mia stanza, a sinistra i due letti e a destra le scrivanie con i computer sempre accesi.
La teca con le rane : Tomacco. Mimmo e Bea.
I miei libri migliori e la grande finestra sul parcheggio.
Mi mancano i miei compagni di vita. Nicolò che si sveglia all'una, Alessandra che già alle 7 è in cucina per studiare e Francesca attaccata al computer in corridoio.
Mi mancano anche le “vecchie”, Fede con i suoi piatti gustosi e Kika con tutte le sue malattie.
Mi manca giocare a “freccette” e fare tanti piccoli buchi sul muro.
Mi manca quel giardino, dove studiavo nel pomeriggio (di questi tempi).
Mi mancano i compleanni e le varie cene a tema (serata arrosticini, serata pesce).
Mi manca la pizza il martedì e il dopo pranzo “banale” scandito da varie trasmissioni poco intelligenti.
Mi manca ridere di gusto e il nervoso pre esame che sfogavo volentieri sui miei coinquilini.
Mi manca “offendere” i miei vicini di casa perchè mentre studiavo li sentivo parlavo e non riuscivo a concentrarmi.
Mi manca l'appuntamento a Trony per partire e tragitto l'Aquila – Roseto per andare a fare allenamento.
Mi manca fare la spesa all'Aquilone e le mie figure pessime davanti alle cassiere.
Mi manca “togliere la vita” ai miei coinquilini per pulire casa e lavare sempre le tazze di tutti la mattina.
Mi manca andare a lezione e bere il cappuccino alle 18.
Mi manca.
sabato 15 maggio 2010

RIPERCORRERE



Ripercorrere quelle strade.
Il Bar dello Stadio mi indica l'ora, come sempre.
Cammino spinta da una strana inerzia e vedo la Fontana Luminosa che ora si mostra più bella del solito. Poche voci, tanti cani.
Devio il mio cammino verso Ju Boss perchè la prima parte del corso è bloccata.
Faccio tutto con religioso silenzio e cerco di rimembrare voci e suoni lontani. Il fiato comincia a spezzarsi a San Berardino. Alla mia destra la scuola De Amicis, immagino bambini seduti sui banchi di scuola ma.....è pura immaginazione.
Alla mia sinistra la scalinata apre un orizzonte disarmante. Case spoglie, spente e taciturne.
Proseguo...con rispetto intimo.
Arrivo ai “4 cantoni” e la mente vola, vola...tocco simbolicamente il portone di palazzo Carli e vorrei sedermi sui banchi universitari e vedere sorridere le mie compagne di vita a causa delle mie stupide battute.
Odore di polvere...Corso Vittorio Emanuele.
Benetton, Brigitte bijoux, la gelateria..
Piazza Duomo.
Mi siedo sulla fontana, rumori rilassanti. Strano vero?!Mi sento rapita.
Davanti a me il tendone per le assemblee cittadine che riporta “RIPRENDIAMOCI LA CITTA'”.
Il vento mi scompiglia i capelli, sono tranquilla.
Margherita mi fa notare la bellezza della Chiesa delle Anime Sante, spogliata della sua cupola. Ha ragione!
Le persone che vedo hanno occhi espressivi e sguardo mesto.
Guardo il cielo...occhi lucidi,cuore spento.
Via XX settembre...cado. Muscoli tesi, mente altrove. Tutto è rimasto lì. Riesco a vedere quadri, sedie, tavoli...rubo l'intimità delle famiglie aquilane.
Quella maledetta via, Campo di Fossa, è chiusa.
La Casa dello Studente mi fa sembrare piccola..minuscola. Rimango colpita da oggetti:
lo stendino ancora sul balcone, i poster attaccati sull'armadio della camera al terzo piano, le porte verdi (per le emergenze) spalancate.
Ho un nodo alla gola e gli occhi si sciolgono.
Ecco cosa significa sentirsi inutili, impotenti e tristemente muti.
Non capita spesso di trovare città dove non ti chiedono “da dove vieni”? L'AQUILA TI ACCOGLIE E BASTA!
mercoledì 5 maggio 2010

I MIEI AVERI..

Salire le scale e sentire il profumo del “piatto” cucinato dal babbo.
Essere a tavola con i miei genitori e avere un confronto con loro.
Riprendere discorsi “pacifici”con mia sorella.
Vedere i miei nipoti crescere e trovare in loro qualcosa di mio.
Ridere con gli amici, parlare, confidarsi e arrabbiarsi.
Studiare. Sognare per il futuro.
Ritrovarmi nelle parole scritte da altri mentre leggo un nuovo libro.
Riprendere quella “incantata” palla a spicchi tra le mani.
Conoscere persone stupende che a prima vista non mi erano per nulla simpatiche.
Cambiare idea e far capire a tutti quello che penso.
Emozionarmi davanti a film che ho visto minimo 5 volte.
Fissare le persone per capire cosa pensano in quel momento.
Gioire nel risentire amici lontani.
Avere un pensiero critico (troppo a volte).
Vivere......

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